L’AMETISTA 

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Varietà di Quarzo – di durezza 7 nella scala di Mohs, e variante nell’opacità da trasparente a traslucida – dai toni viola/lilla dovuta alla presenza di ossido di ferro, l’Ametista è stata sin dal 3000 a.C. una delle gemme più apprezzate ed utilizzate nella gioielleria egizia e mediorientale per realizzare gioielli ma anche sigilli ed intagli destinati a scopi religiosi e riti sacri.
In Europa venne apprezzata sia dagli inglesi, che la utilizzarono per realizzare i più begli esemplari dei gioielli della Corona, ma anche dai russi: era infatti la pietra favorita dalla zarina Caterina.
Perfino Leonardo Da Vinci ne tessè le lodi, definendola in grado di eliminare i pensieri più bui, sviluppando la perspicacia e l’intelligenza.
In Tibet la si considera da sempre una pietra sacra a Buddha, e spesso la si utilizza per realizzare rosari.
gioielli-etnici-collana ametistaLa leggenda vuole che questa splendida pietra derivi dalla mitolgia greca, e che il suo nome originale siaAmèthystos, ossia ‘sobrio’.
Si racconta che Dioniso, dio del vino, della vendemmia e dei vizi, venne un giorno offeso da un mortale e per questo giurò di vendicarsi sul primo di loro che avesse incrociato. In quel momento passò Ametista, una splendida giovane. Dioniso stava per ucciderla, ma gli dei mossi a compassione la trasformarono in una statua di quarzo puro e cristallino. Dioniso, rendendosi conto di ciò che avrebbe potuto compiere, pianse lacrime di vino, che bagnando il quarzo gli conferirono uno splendido colore viola, creando così la gemma dall’intenso colore che ammiriamo ancora oggi.
I greci tramandarono la certezza che costituisse un perfetto ed eccellente rimedio contro gli effetti dell’alcool ai romani, che contribuirono a loro volta ad alimentare la leggenda.
Gli scritti lasciatici riguardanti i banchetti romani narrano di un particolare tranello che il padrone di casa utilizzava quando voleva controllare o manovrare i propri ospiti: li invitava a bere senza limiti, festeggiando in suo onore, unendosi a loro. In realtà il padrone di casa beveva acqua pura da un calice di Ametista, che, conferendo all’acqua riflessi viola, la faceva sembrare vino. In questo modo gli ospiti si ubriacavano, abbandonandosi all’ebbrezza.
gioielli-etnici-ametistaNel Medioevo era utilizzata per la decorazione di chiese e cappelle, ed era chiamata la pietra dei Vescovi, data l’abitudine dei Vescovi cristiani di indossarla poiché si credeva che incoraggiasse il celibato e la pietà. In ambito religioso l’Ametista rappresenta ancora oggi umiltà, pietà, sincerità e saggezza spirituale.
Oggi l’Ametista è apprezzata per le sue proprietà rasserenanti, e viene utilizzata come protezione contro gli incubi, gli avvelenamenti, ma anche come pietra curativa di emicranie di origine nervosa e come regolatrice della pressione sanguigna.
L’Ametista è anche chiamata la pietra della volontà, poiché si dice sia in grado di aumentare la fiducia in se stessi, la volontà e l’autostima.
I colori dell’ Ametista variano dal viola intenso – il più pregiato – al lilla pallido.
La differenza di gradazioni di colore è spesso dovuta al luogo in cui si trova il giacimento. L’unico fattore in grado di cambiare le gradazioni di Ametista è infatti il calore: più è intenso e più chiara risulterà la pietra.
Le pietre dai toni più chiari sono note anche con il nome di Rosa di Francia e le si trova spesso nei gioielli di epoca Vittoriana.
Giacimenti di Ametista si trovano in Brasile, nel Minas Gerais, in Argentina, Uruguay, Bolivia, Namibia, Zambia e altri paesi africani.

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