Storia & Simbologia

L’ASCIA BIPENNE – LABRYS

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Molte sono le ipotesi sull’uso ed il significato dell’Ascia Bipenne: oggetto derivante dalla più comune scure, attrezzo utilizzato da sempre in tutte le civiltà, l’ascia è infatti la sua naturale evoluzione quale strumento rituale. Già nell’antica Grecia Minoica, la Labrys era appannaggio e rappresentazione della Dea Madre e della Trasformazione, usata dalle sacerdotesse per celebrare i riti sacrificali legati al culto taurino, connessa al labirinto stesso identificato come la casa della Dea medesima.
Anche se in apparenza la Labrys potrebbe riguardare l’ambiente delle armi, secondo studi effettuati, in realtà non è altro che la mutazione dell’antico simbolo della farfalla, arcaico emblema della trasformazione e quindi della divinità originaria.
Simbolo della religione minoica, è paragonabile alla Croce per la storia Cristiana ed alla Mezzaluna per quella Islamica.
Vista anche come emblema della luna, riporta al mito delle Amazzoni, leggendarie guerriere divenute immagine della forza femminile, dell’emancipazione e quindi della rinascita. Dalle culture dell’Asia mediterranea alle civiltà Africane, dove l’ascia è l’allegoria del fulmine, che scagliata sulla Terra dal Dio delle acque la rende più prospera e feconda portando la pioggia, sino alla Vecchia Europa, essa è stata oggetto di molti ritrovamenti, deposta in grotte segrete e santuari.

In Scandinavia la rappresentazione del labirinto quale simbolo e luogo sacro, riporta già dall’età del bronzo al culto della Labrys ed appare chiara l’influenza minoica.
Arnese utilizzato per la costruzione delle navi vichinghe, la scure-ascia diviene il simbolo della regalità nordica, attribuita al dio Thor ed impiegata anche dalle Valchirie come arma sui campi di battaglia.
Paragonata al Mijollnir, il magico martello del Dio, ha il potere della folgore, che preannuncia i rovesci piovosi, fonte di fertilità e quindi di prosperità.